Antonio Razzi, senatore fino al 2018 con varie forze politiche viene costantemente dipinto dalla stampa allineata in maniera poco coerente con la persona che è davvero. Antonio Razzi si occupa molto di politica estera ed è estremamente lucido e informato sui temi di attualità. Lo abbiamo intervistato e questa è la sua visione
La nostra forza come nazione è sempre stata quella, soprattutto a partire dagli anni ’50, di essere un canale sia tra gli Stati Uniti sia tra i Paesi un tempo del blocco socialista e poi, successivamente, anche del mondo arabo. Tant’è che l’Italia ha fatto la storia quando nel 1957, a Ischia, a bordo dello yacht di Angelo Rizzoli, Enrico Mattei e lo Scià di Persia firmano il primo grande accordo del petrolio che mette fine al monopolio inglese e olandese. Cosa si potrebbe fare per tornare a un’Italia capace di imprese del genere?
Purtroppo quando abbiamo qualcuno di capace e bravo, come Enrico Mattei, succede sempre qualcosa di strano, di cui non si sapranno mai i retroscena. Quando ci sono persone intelligenti, che vogliono far del bene al mondo intero, troveranno sempre il modo di abbatterle. Non vogliono la pace del mondo, ci dev’essere sempre qualche guerra. Prima si parlava sempre di Ucraina, adesso, naturalmente, di Israele, Palestina, Hamas ecc. Ma non si dice mai che ci sono 7-8 Paesi in Africa in situazioni di guerra o guerriglia continua, dimenticati dal mondo, perché tutti vi hanno interessi economici in gioco. Sono stato anche in diversi Paesi africani, tanti dei quali stanno in guerra civile da molti, molti anni, ma nessuno ne parla. Perché?
Bella domanda. Pensiamo al Congo. L’ex Zaire sprofonda nella guerra civile nel 1997, che coincide con l’anno della diffusione di massa dei telefoni cellulari. “Guarda caso” nel Congo ci sono le più grandi riserve di coltan, che è un minerale strategico che serve per produrre circuiti elettronici. Potremmo mettere in relazione questi due fenomeni?
Anche adesso si parla di chip e altro, tutto fabbricato a Taiwan, e precisamente a Taipei. Sono stato personalmente in visita alla fabbrica dove viene prodotto tutto ciò. Adesso però è tutto bloccato per interessi esterni. Hanno tutti interesse a essere i primi della classe. Questa è la verità. Lo faceva a suo tempo Hitler, che voleva conquistare il mondo; non dico che ce ne sia uno nuovo, ma siamo su quella strada. “Democraticamente”.
Una democrazia europea che esclude o, addirittura, mette in galera i candidati sgraditi in questo momento.
Eh sì, come la Le Pen. Forse, avendo paura di una sua prossima vittoria alle elezioni, che stava per vincere adesso…forse adesso con Trump, la Meloni in Italia, la forte tendenza di centrodestra in Germania, in Polonia, in Ungheria (Orbán ecc.), ovviamente hanno paura che questa tendenza prenda campo anche in Francia. E come in tutte le “buone democrazie”, ti fanno fuori “democraticamente”.
In Romania hanno direttamente bloccato le elezioni e tentato di arrestare il candidato vincente, in Moldavia hanno escluso i candidati che secondo loro non solo sono “appoggiati dai russi”, ma in Lettonia hanno anche impedito alla minoranza russa di votare. E la “rivoluzione colorata” in Georgia…
C’è sempre qualcuno che blocca. Se vuoi avanzare, non ti fanno avanzare. Eppure, potremmo dire che tutte le persone intelligenti in America sono europee. Se l’America è diventata l’America deve dire grazie all’Europa, perché tutti i grandi scienziati e le personalità di grande intelletto sono andate in America. Perché noi abbiamo la “fuga dei cervelli”, come viene chiamata? Noi paghiamo, “noi” genitori, “noi” Stato, facciamo crescere questi giovani, poi quando arriva l’ora di portare risultati produttivi, se ne vanno. Chi ci perde? “Noi” genitori, “noi” Stato. Perché, nel momento in cui si trattava di alzare il livello, se ne andavano con competenze con un rendimento già al 100%. Avendo io fatto l’operaio, so come funziona. Quando ho iniziato a lavorare, non potevo produrre subito, c’erano tre mesi di prova. Se io, dopo tre mesi che ho imparato e riesco a rendere al 100% senza fare danni, me ne vado, la ditta perde. È così si parla della “fuga dei cervelli”.
Assolutamente. Infatti in Italia si abusa tanto del concetto di “immigrazione”. Nessuno parla, però, del fatto che oltre un milione di italiani, negli ultimi dieci anni, “si sono trasferiti all’estero”: non si dice più “emigrazione”, ma il concetto rimane esattamente quello…
Ho visto tanti giovani emigrati. Certo, adesso non è più un’emigrazione come la mia: quando andai via io, nel ’65, non sapevo neanche l’italiano, ma solo il dialetto abruzzese. Oltretutto andai nel cantone tedesco, quindi dovetti imparare il tedesco. Poi conobbi mia moglie, spagnola, e ho dovuto imparare lo spagnolo. Quando un ragazzo di oggi emigra, sa già due lingue: sicuramente l’inglese, perché lo impara. Noi ai nostri tempi avevamo al massimo il francese, che era obbligato studiare. Io dicevo sempre alla mia professoressa: «Ma io in Francia non ci vado, non me ne frega niente del francese!». Dopo quelle quattro parole in francese che ho imparato mi sono servite per i primi dialoghi, poi ho dovuto imparare il tedesco. Oggi i giovani che vanno via si integrano subito perché sanno già le lingue, anche perché parlano l’inglese, che oggi è la lingua del mondo.
(JCM) È vero, io ho studiato lingue e posso confermare! Una domanda che mi viene su due piedi, ricollegandomi a quello che dicevamo prima: vediamo che a livello geopolitico, internazionale, abbiamo diverse questioni in sospeso anche in Estremo Oriente di cui non si parla. Volevo chiederle quante possibilità effettivamente ci siano, visto che gli Stati Uniti sembrano volersi dirigere più verso una guerra contro la Cina, di una guerra nell’area della penisola coreana, date le ultime esercitazioni militari.
Io non credo che ci sarà una guerra, perché l’atomica è la distruzione del mondo. Non credo e me lo auguro, anche perché l’atomica ce l’hanno quasi tutti (alcuni di nascosto, ma ce l’hanno), e non capisco perché molti Paesi, avendocela, vietano ad altri di dotarsene. È la legge del più forte e a mio avviso non dovrebbe esistere. Il mondo è di tutti. Come a suo tempo fu detto nella Bibbia relativamente al Diluvio Universale riprendendo le parole di Dio: «Io non verrò mai più, sarete voi umani a distruggervi da soli». Io penso che Kim Jong Un, come a suo tempo Kim Yong Nam, l’ex presidente del Parlamento (che voleva sempre incontrarmi, tra tutte le delegazioni del mondo che riceveva, con me aveva un dialogo familiare), non attaccherà mai nessuno, lo hanno sempre detto. Alla Razzi-maniera: si fanno i cazzi loro e non si vanno a mettere negli affari degli altri. «Però, se ci attaccano, io difendo il mio popolo», come una madre e un padre difendono i loro figli il presidente della nazione difende la sua gente.
Cosa sacrosanta, questa. Ecco, per esempio, parlando dell’altra Corea, cosa sta succedendo? Questo presidente che prima dichiara lo stato d’emergenza e la legge marziale e poi, fortunatamente, viene destituito prima di creare grossi guai…
Anche lì è incredibile quello che è successo. Fosse accaduto in Corea del Nord sarebbe stata la fine del mondo, chissà cos’avrebbero detto. Ma è successo lì, morta lì, sembra non sia successo niente, una barzelletta, come a suo tempo Tejero andò in Parlamento a sparare, e subito si smorzò e finì là. Stessa cosa si è verificata in Corea del Sud.
Un tentativo di colpo di Stato, né più né meno. Che poi, detto tra noi, Tejero ha pagato per tutti, ha fatto la fine del fesso ma il re fu incerto fino all’ultimo momento se appoggiarlo o no, idem gli alti gradi dell’esercito. Tejero, convinto di essere aiutato, è rimasto da solo con la pistola in mano. Fa anche pena da un certo punto di vista…
Eh sì.
(JCM) Quali implicazioni vede per il futuro della Corea del Sud e soprattutto, spostandoci dalle nostre parti, dell’Unione Europea?
In Unione Europea adesso, senza la Merkel, si vede la differenza. Donne come la Merkel, la Thatcher, erano credibili. Oggi ci sono nazioni, presidenti, che non hanno credibilità. Non hanno quella simpatia, quel guizzo, come anche Tony Blair. Non guardo a che tizio sia di sinistra o di destra, ma che abbia, scusatemi l’espressione, “le palle” di fare cose concrete. Oggi in Europa abbiamo solo la Meloni, non per fare il “patriota”, che quando deve dire, dice. Ma gli altri dove sono, chi sono? Macron? Quello pensa ai cazzi suoi, ha ereditato il lascito di Sarkozy, che hanno messo in galera. È tutto un viavai…poi è subentrato questo nuovo premier inglese, Starmer, che pare abbia la fiducia di Trump. Ma io dico: a te cosa frega, sei uscito dall’Europa, mo’ che cazzo vuoi?
Attenzione, però. Questi hanno fatto la Brexit (i conservatori), mettendo poi in campo leggi ancora più stupide di quelle dell’Unione Europea. Cosa l’hanno fatta a fare? Cosa gli è convenuto? Per dire “non comanda più Bruxelles” per poi fare le stesse cose?
Secondo me è stata un’uscita manovrata per indebolire l’Europa, perché questa conta 500 milioni di persone. Se fosse insieme, unita, farebbe paura al mondo intero, perché abbiamo i grandi cervelli. Quando sono entrato in Parlamento nel 2006 proposi di creare gli Stati Uniti d’Europa. Non mi risposero nemmeno, perché con quelli diventeremmo una potenza mondiale, in mezzo tra la Russia e l’America. E poteva essere un bene, per bloccare la Cina, perché se la Cina si mette insieme all’India il mondo è finito. Loro hanno già una popolazione di 3 miliardi, se noi non andiamo d’accordo insieme è la fine. E noi potevamo essere, con l’America, una grande potenza, e fermare se del caso Putin qualora si fosse messo qualcosa in testa. L’Europa attuale non è costituita da Stati uniti, qui il primo che si alza la mattina dice la sua e vuole comandare. Attualmente sono sempre la Francia e la Germania che parlano, quando politicamente non esistono per il grande caos che hanno al loro interno. La Meloni, che conosco da quando era vicepresidente della Camera dei Deputati nel 2006, praticamente una ragazzina, ha fatto però una bella carriera e si fa rispettare. Come si dice, «Non è laureata, mapperò si fa rispettare».
Ah beh, il titolo di studio in democrazia non conta.
Io stesso non sono laureato, ma ho fatto tre legislature: due alla Camera e una al Senato. La legge dice che devi essere cittadino italiano, non specifica che tu debba essere diplomato, laureato ecc., ma solo che tu sia cittadino italiano, dopodiché puoi candidare.
E poi in democrazia chiunque abbia il favore degli elettori può essere eletto e diventare anche ministro, Presidente del Consiglio…questo lo abbiamo anche scritto sul nostro blog.
Devo dire che noi italiani possiamo vantarci di essere una delle prime nazioni quanto a diplomazia, abbiamo i migliori diplomatici al mondo. Ho girato per il mondo, conosciuto tanti ambasciatori e consoli che si fanno rispettare in tutto il mondo e ovunque, quando si sente dire “Italia”, arriva la pacificazione. Se qualcuno più in alto non ci bloccasse, noi saremmo i veri pacificatori nel mondo.
Si ritorna a quello che dicevamo all’inizio. L’Italia come Paese del dialogo e ponte tra Oriente e Occidente, come dovrebbe tornare a essere. Io credo che anche la Meloni sia “divisa”: a volte dice cose in favore dell’Europa, altre volte dice cose in maniera più diplomatica. Probabilmente è anche un po’ la sua coalizione di governo: c’è un Salvini più aperto e possibilista verso il dialogo e verso il mondo, stranamente, eppure si sta dimostrando una persona più aperta al dialogo internazionale, e un Tajani più schierato con l’Unione Europea, quindi più cauto.
Diciamo che la Meloni, come Salvini, è più vicina all’America. La sua amicizia con Trump e Musk è una cosa positiva, non puoi fermarti solo all’Europa. Secondo me Tajani sbaglia a essere solo “europeo”, così non si risolvono solo i problemi. Ci sono le invidie della Francia e della Germania sicuramente, e altri Paesi sotto sotto…da vicepresidente della UIP ho visto che tutti i Paesi europei del nord sono insieme, noi del sud no. Quando facevo le proposte io, avevo l’appoggio della Spagna, del Portogallo e della Grecia. La Francia ci andava sempre contro, alla faccia dei “cugini”!Se ci potevano tagliare le gambe, lo facevano. L’Europa non è unita. Se non si fanno gli Stati Uniti d’Europa, il continente, restando così, non farà mai niente. Meglio allora stare con Trump e Musk, che con questi due ci si salva. Per me sia la Meloni che Salvini fanno bene ad avere questa amicizia. L’Europa così non va, era meglio rimanere direttamente con la lira, ora non possiamo uscire. Poi dicono: «Ma l’Inghilterra è uscita!», però l’Inghilterra ha la sterlina, la stampa e può pagare quello che deve. Noi siamo entrati in quel “serpente monetario” con cui Ciampi e Prodi ci hanno rovinati e non potevamo neanche entrarci: avevamo un deficit sopra il 4% e avremmo dovuto essere sotto il 3%. Ma siccome la Germania aveva interessi commerciali con l’Italia hanno fatto finta di non vedere. Se fossimo rimasti con la lira saremmo stati benissimo.
Anche perché poi, a livello europeo, l’Italia è sempre stata accusata di fare svalutazioni competitive, ma c’è stata un’epoca in cui talvolta la Germania svalutava il marco del 30-40% per far riprendere le esportazioni, però se lo faceva lei andava bene…
E poi la Germania è entrata con un tasso 1 marco = 1 euro, noi 1 euro = 1936,27 lire. Loro 1:1, noi 1:2. Quello ci ha rovinato: se il caffè costa 1€, per esempio, 1€ sono 2.000 lire, e noi lo pagavamo 500-600.
In autostrada 3.000 lire. Siamo a un punto di non ritorno se nessuno fa qualcosa…Si ha un po’ l’impressione, tornando alla guerra in Ucraina, che ha visto andare alle stelle tutti i prezzi, dal gas al petrolio fino alla carta (oggi la carta igienica, tanto per fare il conto della serva, costa il doppio rispetto a 4 o 5 anni fa), il caffè che oggi, non è una battuta, ha un prezzo molto alto sul mercato internazionale…non sarà che queste guerre sono un alibi per far alzare i prezzi, per speculare?
È così. Per esempio, in Ucraina (io sono nella black list, non posso andarci, come altri parlamentari), coi Cavalieri di Malta e il loro presidente Marra, partimmo dalla Campania con un pullman pieno di viveri, ma io rimasi a Siret, in Romania, al confine. Nel 2018 eravamo andati a supervisionare il referendum a Donetsk, per questo ci misero nella black list. E nonostante questo ho cercato di aiutare, perché lì ci sono donne e bambini che non c’entrano niente. Facemmo allora questa bella iniziativa e riportammo una settantina di persone con parenti in Italia. Questo è un segno di aiuto alla popolazione, non è perché mi hanno messo nella black list non aiuto. Sta morendo tantissima gente, più di un milione di persone, perché Zelensky è una testa di cazzo, un capriccioso, che adesso è presidente per davvero e non più solo nel film che ha fatto: molta gente sta morendo per un pezzetto di terra che oltretutto è russo, lasciatogli come patto per non entrare nell’Ucraina da Gorbaciov.
Ma anche gli altri si sono dimenticati di quei patti, perché dopo la caduta del Muro tutto il vecchio blocco del Patto di Varsavia è passato con la NATO praticamente in una botta sola.
Su questo aveva ragione Andreotti.
Giuliano Fresi con Jean Claude Martini
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