Neocolonialismo nel Pacifico

Neocolonialismo nel Pacifico

Negli ultimi mesi la “comunità internazionale” ha vissuto con una certa apprensione gli sviluppi relativi a un possibile coinvolgimento cinese nelle isole Figi, isole ricche di minerali preziosi ed esse stesse dotate di una posizione strategica nel Pacifico molto importante.

Pur uscendo ammaccato dalla perdita di ben tre Paesi satellite in Africa, il colonialismo francese riesce a battere sul campo turchi e cinesi e a impedire uno sviluppo politico indipendente nell’area

di Elena Tempestini

Nel giugno 2025, Francia e Nuova Caledonia hanno siglato un accordo storico, volto a preservare la sovranità francese su questo territorio ricco di nichel e con basi militari strategiche. Il Primo Ministro Francese Bayrou lo ha definito una “tappa fondamentale” per l’integrazione della Nuova Caledonia, il quale territorio si trova in una posizione geo strategica molto importante nel Pacifico sud-occidentale: tra l’Australia e le isole Figi. L’accordo colloca l’isola nel sistema francese, con strumenti quali: statuto speciale, doppia cittadinanza e riforma elettorale. L’intesa rafforza la proiezione geopolitica dell’Esagono nel Pacifico meridionale, garantendo a Parigi una rinnovata influenza nella regione.

Nel maggio 2024, la Francia aveva pubblicamente accusato l’Azerbaigian, e implicitamente anche la Turchia, di fomentare le rivolte indipendentiste che avevano scosso l’arcipelago, rivolte durante le quali si sono registrate vittime e scontri violenti. Parigi riteneva che Baku agisse come braccio operativo di Ankara, nell’ambito di un confronto sempre più diretto tra Francia e Turchia per il controllo delle aree strategiche globali: dal Caucaso al Niger, dove le milizie turche stavano sostituendo i militari francesi;

dal Corno d’Africa ai Balcani, dove Ankara si proponeva come alternativa a Bruxelles nell’integrazione di Albania, Bosnia e Serbia.

Pubblicamente fu l’emittente francese Europe 1 ad ospitare il Ministro degli interni francese per dichiarare esplicitamente il sostegno dell’Azerbaigian alla destabilizzazione nella regione del Pacifico.

Praticamente una guerra fredda post coloniale tra Turchia e Francia. Ankara potenza revisionista del Sud globale, che sfida le vecchie potenze europee proprio nei loro ex domini, la Nuova Caledonia, ricca di risorse e con una posizione strategica importante, non fa eccezione.

L’accordo firmato da Bayrou non chiude definitivamente la partita, ma segna un passaggio chiave: la Francia prova a ricucire il legame con le sue periferie globali, evita la perdita di un territorio strategico in un momento di forti spinte indipendentiste,

consolida la propria proiezione militare e diplomatica nell’Indo-Pacifico, conferma la sua posizione come unica potenza dell’Unione Europea con territori, popolazione e forze armate stabili nella regione.

Le isole Figi, con capitale Suva, sono oggi un nodo chiave del Pacifico sud‑occidentale: Sbocco naturale tra Australia e Nuova Zelanda, crocevia tra isole contese dalla Cina e dagli stati Uniti quali: Salomone, Vanuatu e Samoa, sede di infrastrutture militari, portuali e di telecomunicazioni, inclusi cavi sottomarini essenziali. Chi influenza Suva può neutralizzare o controllare rotte navali e aeree fondamentali, attraverso una strategia che mescola soft power e partnership militare senza ricorrere necessariamente a basi permanenti.

Pochi giorni prima dell’accordo di giugno tra la Francia e la Nuova Caledonia, Pechino ha intensificato la sua presenza con esercitazioni militari e sorvoli nel Mare di Tasman e vicino alle isole Figi, le quali hanno messo alla prova reazioni regionali, senza violare territori occidentali. È in atto un’offensiva soft diplomacy: con donazioni, navette ospedaliere, la “Peace Ark”, relazioni con la marina locale  .

Le manovre cinesi servono da deterrente e da test della capacità occidentale di difesa e coordinamento in caso di un’eventuale escalation.

Una geografia condivisa quella della Nuova Caledonia e le Figi, entrambe nel raggio d’azione del Pacifico sud‑occidentale, a poche centinaia di km tra loro. La contro-mossa francese è stata di blindare la Nuova Caledonia, nel frattempo la Cina si spingeva verso le Figi, due lati dello stesso scacchiere strategico. Francia, USA, Australia e Nuova Zelanda rafforzano la cooperazione militare con esercitazioni come Talisman Sabre, la quale rappresenta la risposta militare e diplomatica occidentale al tentativo di penetrazione cinese nel Pacifico insulare. La Cina al contempo testa limiti e reazioni Soft power. La collaborazione francese con la Nuova Caledonia e la ricerca di accordi economici cinesi con le Figi mostrano strategie diverse per guadagnare influenza geopolitica e geostrategica.

La Francia riafferma la sua presenza in aree chiave del Pacifico, contrastando l’espansione cinese. Le potenze agiscono su più fronti, in territori ex-coloniali o ad alta autonomia diplomatica. Il Pacifico, mare e terra di assi militari e navali quali USA-Australia- Giappone ( AUKUS) contro le manovre “ibrido‑riflessive” di Pechino.

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